Rosetta Loy - La parola ebreo [Pdf Rtf Epub Mobi - Ita] [Tnt Village] Memoria autobiografica


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Description




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Autore: Rosetta Loy
Titolo: La parola ebreo
Anno: 1997
Lingua: Italiano
Genere: Autobiografico
Dimensione: 1 MB
Formato: Pdf Rtf Epub Mobi
Pagine: 92





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"Brucia dirlo, ma un orlo nero segna i nostri giorni incolpevoli, senza memoria e senza storia.":
parole crude che "macchiano" questo romanzo la cui protagonista è la bambina Rosetta Loy
che narra di sé e osserva dalla sua particolare angolazione la storia.
Ricorda l'infanzia innocente da cui emergono i volti e le figure dei numerosi personaggi considerati
diversi e per questo perseguitati ed uccisi.

Quella di Loy non è una famiglia ebrea, il padre non è neppure fascista ma molti sono i conoscenti
di religione ebraica. Pescando tra i suoi ricordi, la Loy ha ben presente le prime misure antisemite
di cui, allora bambina, non coglieva il pieno significato. L'intento della Loy è più in generale quello
di testimoniare e far comprendere situazioni e comportamenti utilizzando pure piccoli episodi della
sua vita. Perciò non dimentica le urla della portinaia contro il ragazzo ebreo che abita nello stesso
condominio, il medico di famiglia cui viene proibita la professione e quindi viene sostituito, i vicini
di casa che perdono il lavoro perché ebrei. Con l'introduzione poi delle leggi razziali del 1938, la
discriminazione diventa perfettamente legale e sistematica.

I forti interventi di censura soprattutto sulla stampa che appare pericolosa, ammorbano il clima sociale.
La Loy stessa ricorda quando il governante di famiglia si presenta a casa senza "L'Osservatore
Romano" che non è stranamente in edicola. Con la morte di Papa Pio XI, che aveva espresso
contrarietà alle discriminazioni che stavano avvenendo, aprendo una certa ostilità con Mussolini,
pure "L'Osservatore Romano" si mette in riga, grazie anche alla volontà di Eugenio Pacelli,
il futuro pontefice che pare aver accondisceso o in ogni modo non essere intervenuto nella
questione antisemita.

Eventi gravi e carichi di significato, nonché storici, sono il Concordato fra la Chiesa e il Terzo Reich
del 1933, con la conseguente adesione al nazismo da parte di molti vescovi, mentre inascoltate
restano le denunce di alcuni uomini di chiesa, ad esempio il vescovo di Monaco, che chiedono
una presa di coscienza di ciò che sta avvenendo. Nell'estate del '37 i genitori della Loy compiono
un viaggio in Germania e al loro ritorno raccontano delle meravigliose autostrade fatte costruire
da Hitler, dell'ordine, della disciplina e della pulizia del popolo tedesco.I racconti omettono le
croci uncinate e le scritte antisemite.

La Loy non dimentica, sembra anzi voler evidenziare questo aspetto: come era facile adattarsi
alle novità, alle regole, alle leggi razziali del '38 quando le discriminazioni non riguardano la
propria razza. Bisognava adattarsi per non avere problemi. Bastava adattarsi. E poi non si era
a conoscenza di quello che stava accadendo, soprattutto in Germania, e chi era al corrente dei
fatti probabilmente era cattolico e in fondo la Chiesa non sembrava essere contraria.
Forse una dichiarazione dell'alto clero avrebbe cambiato qualcosa, se è vero che i cattolici in
Europa erano allora circa cento milioni. Ma purtroppo l'indifferenza del clero tedesco e l'incredibile
accondiscendenza del Papa Pio XII, che, in più occasioni, espresse la sua simpatia per la Germania
e la sua ammirazione per le grandi qualità del Führer, non mutarono il destino ignobile al quale
milioni e milioni di Ebrei (e non solo) dovettero andare incontro.

A metà tra un saggio e un racconto di eventi realmente accaduti, "La parola ebreo" è una memoria
autobiografica ricca di particolari quotidiani, citazioni e documenti che permettono un ottimo
inquadramento della situazione italiana degli anni tra il '32 e il '43. La vicenda si svolge nell'arco
di nove anni a Roma e in tutta Europa; è scritto in un linguaggio semplice, ma la quantità di
avvenimenti storici lo rende difficile da comprendere in tutte le sue parti. Non è diviso in capitoli
poiché è basato sul continuo passaggio dalla narrazione di ciò che avviene a Roma, intorno a
Rosetta, alla ricostruzione di quello che contemporaneamente succede in Europa.

Tra gli eventi storici che il libro affronta, in modo persino più ampio e approfondito della vicenda
privata che fa da filo conduttore, spiccano l'analisi della questione ebraica e del comportamento
del Vaticano rispetto ad essa. L'autrice appartiene ad una famiglia cattolica e, nello stesso tempo,
ha avuto modo di conoscere degli ebrei stabilendo con essi normali rapporti; forse questi motivi
l'hanno spinta a documentarsi sui fatti in modo così minuzioso.






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Rosetta Provera Loy è nata nel 1931 a Roma, dove vive.

Figlia di padre piemontese, originario di Mirabello Monferrato (in provincia di Alessandria) e di
madre romana, ha trascorso i periodi estivi della sua infanzia nella casa di origine paterna,
insieme alle due sorelle e al fratello.

Ha scritto il primo racconto all'età di nove anni. Nel 1955 si è sposata con Giuseppe Loy, da cui
ha avuto quattro figli, e ha deciso di dedicarsi totalmente alla scrittura. Dopo i primi rifiuti editoriali
ha iniziato l'attività di traduttrice dal francese, mai abbandonata durante l'intera carriera.
Ricordiamo nel 1972 la traduzione del Dominique di Fromentin e de La principessa di Cleves di
Madame de La Fayette per la collana "Scrittori tradotti da scrittori" di Einaudi.

Nel 1974 Einaudi pubblica il suo primo romanzo La bicicletta, ambientato nel paese paterno e
vincitore del Premio Viareggio Opera Prima. Nel decennio seguente l'attività letteraria è intensa;
stringe amicizia con Natalia Ginzburg e Cesare Garboli, nasce la passione per il cinema,
conseguente alla frequentazione del cognato Nanni Loy, collabora con la rivista Noi donne, si batte
per la difesa dei diritti femminili. Con Le strade di polvere, pubblicato nel 1987 da Einaudi, tradotto
in varie lingue e primo nelle classifiche italiane, Rosetta Loy vince nel 1988 i premi Campiello,
Supercampiello, Viareggio, Città di Catanzaro, Rapallo e, nel 1990, il Premio Montalcino.

Dal 1987 al 1997 vive un periodo d'incertezza creativa risolto nella produzione a tema antirazziale:
Cioccolata da Hanselmann, pubblicato da Rizzoli nel 1995, vince l'anno successivo il Premio Grinzane
Cavour per la narrativa italiana e La parola ebreo, pubblicato da Einaudi nel 1997, vince il Premio
Fregene e il Premio Rapallo-Carige.Particolarmente apprezzato in Francia, il romanzo Nero è
l'albero dei ricordi, azzurra l'aria,(Einaudi 2004), vince il Prix Jean Monnet de Littérature Européenne.

Definita dalla critica italiana «autrice della memoria» per la commistione tra ricordo autobiografico
e invenzione letteraria, Rosetta Loy si è distinta fin dagli esordi per l'attenta capacità di osservazione
e ricostruzione storico - sociale combinata a uno stile rapido, esaustivo e diretto. La famiglia, lo
scorrere del tempo, l'indagine umana in rapporto a periodi storici complessi, i sentimenti, l'infanzia
e la quotidianità, l'antisemitismo, la passione del raccontare storie, hanno caratterizzato l'intera produzione.

Nel 2009 Rizzoli pubblica il suo ultimo romanzo, La prima mano. Originariamente scritto in francese,
il progetto nasce su richiesta di Colette Fellous, curatrice della collana di biografie "Trait set Portraits"
per la casa editrice Mercure De France, che pubblica La première main nel 2008.



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Ringrazio Itabook per aver creato e condiviso i formati Pdf - Rtf

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